
A cosa serve studiare materie noiose o apparentemente inutili?
Alle elementari lo studio è una questione molto pratica: come distinguere un gatto da un cane, come fare una divisione, come scrivere un testo senza errori.
Man mano che gli studi proseguono, la parte pratica dello studio diventa sempre più rarefatta: dalle proporzioni si passa alle equazioni di terzo grado, agli integrali e ai numeri complessi.
Dall’imparare ortografia e addizioni si passa a tradurre testi di Petronio e a memorizzare le date di un conflitto avvenuto trecento anni fa.
Ma a che serve studiare questa roba?
Questa è una domanda che ti sarai fatto anche tu.
La risposta a questa domanda è cruciale per capire come motivarti allo studio (e capire come trovare l’autodisciplina necessaria).
Autodisciplina per studiare!
Se vuoi una sintesi dell’articolo, eccola qua: si chiama Autodisciplina perché devi importela da solo, non è un qualcosa che puoi trovare da uno stimolo esterno.
Buona notizia: è facilissimo importi di fare una cosa, è solo una questione di abitudine.
Basta mettere da parte le scuse e fare il primo passo: iniziare a fare.
Invece “a che serve studiare, soprattutto cose apparentemente inutili”?
A farti diventare una persona migliore, a sbloccare conoscenze, passioni e passatempi, a superare difficoltà.
Studiare cose noiose, inutili e difficili è il modo migliore per sviluppare autodisciplina.
E’ un gatto che si morde la coda.
Per la risposta lunga, invece, continua a leggere!
Poche, tra le cose che studiamo, sono strettamente necessarie.
Finita l’università non ho mai avuto necessità di risolvere un problema utilizzando un integrale, e il mio storico dizionario di latino è rimasto in soffitta a impolverarsi dalla fine delle superiori.
Il tempo passato per tradurre le odiatissime versioni di latino e per capire gli integrali, però, non è stato tempo perso: tutti questi anni sono stati necessari per formare la persona che sono adesso.
Quelle equazioni incomprensibili hanno sviluppato la mia capacità di risolvere problemi, e quei mattoni in lingue antiche da tradurre sono stati fondamentali per accrescere la mia pazienza.
Autodisciplina nello studio: a che serve studiare?
Una piccola premessa:
Se frequenti l’università e trovi che il 90% di quello che devi studiare sia noioso o inutile probabilmente sei sulla strada sbagliata.
Prima di provare con l’autodisciplina ti consiglio di leggere questo: Studio: perché dovresti lasciare l’università
A che serve studiare? Prima considerazione:
Spesso è solo studiando argomenti complessi che si riescono a padroneggiare veramente gli argomenti semplici.
E’ una variante del vecchio “se vuoi arrivare alla luna, punta alle stelle”.
Se tutto quello che hai studiato sono operazioni matematiche di base, andrai nel panico appena ti troverai di fronte a un problema un tantino più complesso.
Lo studio di materie complesse a volte ha solo l’utilità di darti una visione completa della materia, e una vera competenza riguardo agli argomenti di base.
PS studiare più inglese e meno latino, studiare meno filosofia e più matematica sarebbe sicuramente più utile, ma è un argomento per un altro articolo.
A che serve studiare? Seconda considerazione:
La nostra mente non è un sacco di patate dove buttare a marcire informazioni “utili”.
Se vuoi sviluppare una buona creatività, se vuoi diventare una persona interessante, se vuoi poter capire il più possibile il mondo che ti circonda, devi creare un reticolo di informazioni il più grande possibile.
Conoscere la storia dell’arte non serve a niente (a meno che tu non voglia lavorare nel settore), però ti rende immensamente più interessante agli occhi di una buona fetta della popolazione e amplia la tua visione del mondo.
Ovviamente per parlare con Graziano il meccanico o Pippo il salumiere non serve conoscere la storia dell’arte, perché anche per loro è un argomento oscuro.
Ignorando completamente alcuni argomenti però ti precludi la conoscenza di alcune persone.
Senza nuove amicizie e nuove conoscenze sarai bloccato nel tuo piccolo mondo.
Considera la cultura come un bagaglio di informazioni che ti consente di “sbloccare” l’entrata
in ambienti e ceti sociali diversi da quelli che frequenti di solito!
Serve equilibrio, perché questa considerazione vale anche al contrario:
sfoggiando troppa cultura verrai ostracizzato da alcune persone.
Spesso basta anche una conoscenza generale, un minimo di passione in un argomento per utilizzarlo come interesse comune per conoscere un’altra persona (ricorda: non avrai sempre l’università per fare nuove conoscenze).
A che serve studiare? Terza considerazione:
C’è un mondo precluso (non solo conoscenze!) a tutti quelli che non hanno gli strumenti per capirlo.
Pensa all’alta cucina, alla pittura, all’opera, alla musica classica, ad alcuni passatempo e passioni: sono semplicemente indecifrabili se non si hanno gli strumenti adatti.
La vita è breve, ed è un peccato rinunciare a grandi piaceri solo perché per pigrizia hai rinunciato ad apprezzarli.
In più, posso garantirti che più materie conosci più avrai modo di sviluppare qualcosa di veramente nuovo.
I migliori imprenditori sono quelli che (ad esempio) studiano giurisprudenza, suonano il violino, sono appassionati di matematica…e poi aprono una catena di ristoranti.
Nuove prospettive, nuovi modi di fare le cose, nuove angolature: il classico, noioso, imprenditore che in tutta la sua vita ha solo cucinato e gestito ristoranti, paradossalmente, non può competere.
Non chiederti a cosa può servirti studiare un determinato argomento: l’importante è imparare, risolvere, districare più informazioni possibili.
A cosa ti serviranno lo deciderai tu quando si presenterà l’occasione di servirtene.
Autodisciplina e studio
L’aspetto più importante è strettamente legato all’autodisciplina: studiare cose che non ti piacciono, che non servono, che sono brutte e cattive è un modo eccellente per sviluppare un’autodisciplina di ferro.
La vita è piena di cose pallose, sgradevoli, che non servono a niente: pensa a quando ti troverai a firmare montagne di moduli e a visitare decine di uffici per aprire un’attività o per pagare un pugno di tasse.
La prossima volta che ti trovi davanti a questo tipo di studi, prendilo come un modo per sviluppare la tua autodisciplina.
Devi imparare la grammatica latina?
Meraviglioso!
E’ un modo eccellente per stringere i denti e allenare la tua resistenza alla noia e alle scocciature.
L’unico modo per sviluppare autodisciplina è cambiare mentalità: laddove c’è un ostacolo, prendilo come una sfida, caricati di grinta e affronta il tutto come un modo per crescere.
Non c’è altra soluzione: così è la vita, abituati il prima possibile ad affrontarla.
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