24 Dicembre 2016. Mia mamma si suiciderebbe se non tornassi per le vacanze di natale, sarebbe un colpo al cuore che non potrebbe sopportare.
Come tutti gli anni, a poche ore dalla cena della vigilia stavo attraversando il terminal per uscire dall’aeroporto.
Decisi di prendere un caffè prima di prendere il taxi per tornare a casa.
Sorseggiando quel caffè che sapeva di bruciato scorsi una persona a pochi tavolini di distanza.
Vestito con una divisa azzurra stava ingoiando controvoglia un panino, il suo nome marchiato a fuoco sul cartellino e due occhi in bianco e nero che non lasciavano trasparire alcuna emozione.
Era come me a vent’anni, quando pensavo che l’unico modo per fare soldi fosse fare il commesso, il cameriere o chissà cosa.
Solo un piccolo problema, lui aveva probabilmente cinquant’anni.
Una Coca zero e un caffè aspettavano sul tavolo. Iniziai ad immaginare cosa stesse accadendo nella sua vita.
La sua tessera sconti per i dipendenti dell’aeroporto gli garantiva prezzi ridotti del trenta per cento.
Da quando aveva iniziato aveva sempre speso nove euro e dieci centesimi, anziché i tredici euro che avrebbe dovuto pagare se non avesse lavorato lì come commesso.
In ogni caso quel pranzo era costato più di un’ora di lavoro. Fanculo.
Aveva probabilmente iniziato da poco i tre quarti d’ora d’aria non pagati che il suo datore di lavoro gli aveva concesso, raccomandandosi di tornare al negozio puntuale visto che due mesi fa aveva impiegato 48 minuti per la sua pausa, anziché i 45 stabiliti.
Fanculo.
Avrebbe preferito una pausa di soli trenta minuti e uscire quindici minuti prima, ma quando lo aveva proposto al suo datore di lavoro lui gli aveva risposto scocciato che non era possibile.
Non sapeva mai cosa fare in quei quindici minuti in più, se non pensare a quanto sarebbe stato bello essere un’altra persona.
Visto che rimanevano 22 minuti alla fine della pausa iniziò a giocare ad Angry Birds.
Sul suo iPhone7 pagato a rate era appena riuscito a raggiungere un nuovo record!
Una musichetta carnevalesca lo aiutò a dimenticare che tra 17 minuti avrebbe ripreso a fare chissà cosa nel suo negozio.
Domani avrebbe dovuto pagare la rata del mutuo per il suo appartamento in periferia.
Odiava quel quartiere. Si sentiva morto. In trappola.
Era meglio non pensarci.
Quando aveva preso questo lavoro si era promesso che sarebbe stato solo per qualche settimana, ma “qualche settimana” era diventata vent’anni. Com’era volato il tempo!
4 minuti
Era giunto il momento di tornare nel negozio, giusto il tempo di rendersi conto che il suo tempo valeva quanto un panino, una coca e un caffè.
Si alzò dalla sedia e se ne andò, altre quattro o cinque ore e sarebbe tornato a casa.
E domani sarebbe tutto ricominciato da capo. Come negli ultimi vent’anni.
Un cane dormiva da anni su una tavola con un chiodo, lanciando mugugni di dolore.
Un giorno un uomo chiese al padrone,
“perché non si sposta? Sembra soffrire parecchio!”.
Il padrone rispose, “si vede che non soffre poi così tanto”.
Fa male abbastanza?
Durante la mia adolescenza ero quel cane.
Mugugnavo, mi lamentavo, ma tornavo sempre a dormire su quella tavola con il chiodo.
Poi decisi che ne avevo avuto abbastanza.
Non ce la facevo più, mi alzai e me ne andai.
Cambiai il mio modo di pensare, cambiai la città dove vivevo, cambiai le mie amicizie, la mia dieta, le mie abitudini. Cambiai tutto.
Fa male abbastanza perché tu possa fare le scelte drastriche che sono necessarie per cambiare la tua vita?
L’alternativa è diventare quel cinquantenne con la divisa azzurra.
Non posso iniziare il mio business, in Italia è meglio non fare un cazzo
Prima di iniziare devo finire di leggere quei quattro libri sulla motivazione
Inizierò con il mio progetto quando avrò fatto i bigliettini da visita
Il prossimo anno inizierò, promesso
Domani inizierò, promesso
Non posso fare questo o quello perché non ho i titoli adatti
Non voglio perdere tempo. Ditemi esattamente come fare soldi (certo, vuoi anche i dati della mia carta di credito?)
Ho già fatto abbastanza oggi, ho fatto la lista di cose da fare e ho mandato due email
Non posso buttarmi finché non è tutto perfetto e finché non sono pronte le 150 pagine di business plan
* Ci proverò a vent’anni
* Ci proverò a venticinque anni
* Ci proverò a trent’anni
* Ci proverò a trentacinque anni
* Ci proverò a quarant’anni
…e poi ti ritroverai come il cinquantenne con la divisa azzurra.
Te lo chiedo per l’ultima volta…
Fa male abbastanza perché tu possa fare le scelte drastriche che sono necessarie per cambiare la tua vita?
L’alternativa è diventare quel cinquantenne con la divisa azzurra.
Muoviti intelligentemente, ma muoviti velocemente. Hai meno tempo di quanto tu creda.